Da L’Osservatore romano del 16/06/2025

In un libro il pensiero della beata Maria Corsini sulla famiglia «Chiesa domestica»

L’albero si vede dai frutti

di Françoise-Marie Léthel

Quello che padre Massimiliano Mion definisce un’«opzione di campo» è il contenuto del libro Maria Corsini Beltrame Quattrocchi. La persona, l’educazione, la famiglia (Cinisello Balsamo, San Paolo, 2024, pagine 192, euro 16). Il testo raccoglie interventi di studiosi e testimonianze in occasione del convegno svoltosi lo scorso 27 ottobre a Roma nel Palazzo San Calisto, nel quartiere di Trastevere, per l’80° anniversario della morte della beata Maria Corsini Beltrame Quattrocchi.

Promosso dal Centro studi e ricerche Familiaris Consortio (Cfc) in collaborazione con il Pontificio Istituto teologico Giovanni Paolo II per le scienze del matrimonio e della famiglia, con il patrocinio dell’Ufficio nazionale per la pastorale della famiglia della Cei e del Forum delle associazioni familiari, il convegno si è svolto sotto il titolo «La Chiesa domestica. Maria Corsini e la vita familiare come luogo della realizzazione personale».

L’appellativo di “Chiesa domestica” che il concilio Vaticano II (Lumen gentium, 11) ha dato alla famiglia cristiana trova nella vita e nell’insegnamento della beata Maria Corsini una delle sue più limpide realizzazioni.

Già il prologo di padre Mion lo sottolinea, mostrando come Maria, pur nel contesto culturale del suo tempo, ha saputo non solo trasmettere la fede, ma anche formare i suoi figli nel pieno rispetto della loro libertà, dei loro tempi, delle loro personalità.

L’educazione si palesa come il compito principale dei genitori e si realizza in forme differenti, secondo le diverse età della vita. Rispettare i tempi dei figli, favorire la loro crescita come persone libere e responsabili: è questo il tratto che ha ispirato l’esperienza educativa di Maria Corsini, fortemente radicata nella fiducia in Dio e nel bene.

Maria Corsini ha mostrato anche la capacità di educare attraverso il racconto delle vite dei santi e delle sante, letti e proposti come esempi concreti e affascinanti.

Il suo pensiero riflette un atteggiamento pedagogico che ha dato molta importanza alla presenza dei genitori nella vita quotidiana dei figli: l’educazione è sempre incarnata, concreta, mai astratta.

Un altro tema presente in più saggi del libro riguarda la necessità di una “teologia incarnata” che corrisponda a una fede come «sapienza spirituale»: «Abbiamo bisogno di recuperare — ha detto in una delle relazioni — una teologia umanistica, che non nasce da idee astratte concepite altrove, ma sgorga dalle tradizioni della vita concreta, dalla vita dei popoli, dai simboli delle culture, dalle domande nascoste e dal grido che si leva dalla carne sofferente».

La riflessione su Maria Corsini non è solo teologica, ma anche spirituale.

L’indipendenza di Maria, pur mezzo di un’epoca non facile, la Vergine presentata nel libro non come figura docile e passiva, ma come donna matura, pienamente consapevole del proprio ruolo educativo e familiare.

Oggi si parla tanto di “teologia femminile”, ma è raro trovare un esempio così profondo e concreto, come quello offerto da Maria Corsini.

Il profilo spirituale di Maria emerge con forza anche nella parte del libro dedicata al suo cammino verso la beatificazione e all’esperienza di coppia con Luigi Beltrame Quattrocchi.

Un esempio di santità coniugale che non si è mai limitato a pratiche religiose, ma ha saputo esprimere la bellezza di una fede vissuta nella quotidianità, nel lavoro, nell’educazione, nell’amore coniugale e nella solidarietà con i più poveri.

Nel libro sono raccolti anche documenti inediti, tra cui numerose lettere familiari, che testimoniano la profondità dell’unione spirituale tra Maria e Luigi.

Con Maria Corsini, beatificata nel 2001 insieme al marito Luigi Beltrame Quattrocchi, si torna alla realtà del Vangelo come “luogo della realizzazione”.

Significativamente si trascura un linguaggio aulico e si sceglie di usare parole quotidiane, perché non si tratta di una santità di eccezione, ma di un’esperienza possibile per tutti.

Si tratta di una santità della porta accanto, che con umiltà e verità mostra come si può vivere la fede nel quotidiano.

È una figura che parla anche oggi alla famiglia cristiana, con uno stile profetico ma concreto.

E, come spesso si dice, l’albero si vede dai frutti: i figli di Maria e Luigi hanno continuato la strada dei genitori, nella fede, nella professione, nella responsabilità sociale.

Oggi il messaggio di Maria Corsini, nel suo stile sobrio, intelligente e luminoso, può essere una guida per molte famiglie in cerca di senso, di pace e di orientamento.

Un segnale forte in un tempo di crisi della famiglia e della società: non si tratta di tornare al passato, ma di riscoprire un patrimonio che è ancora oggi molto attuale.

La “Chiesa domestica”, nella visione di Maria, non è una riduzione della fede alla sfera privata, ma un’esperienza pienamente ecclesiale e comunitaria.

Una fede che sa farsi carne e che si vive insieme, nella casa, nel lavoro, nella scuola, nella società.

Un’eredità che, grazie al lavoro degli studiosi e alla pubblicazione di libri come questo, può ancora parlare al cuore di tante persone e aiutare a coltivare quella pianta fragile ma resistente che è la famiglia, piccola Chiesa domestica.


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