il mestolino N.10

Misericordia è anche prevenire il peccato, è anche l’Immacolata Concezione

Beltrame Quattrocchi. Giusto un anno dopo che l’avevamo ospitata, con intensa gioia, in Acerra alla festa diocesana della famiglia. Da quell’incontro memorabile nacque in diocesi l’Associazione “Insieme per sempre e per la vita”, ispirata ai Beati Coniugi. Ultima di quattro figli – i suoi primi tre fratelli avevano abbracciato tutti la vita religiosa – Enrichetta fino all’ultimo fu il sostegno e il conforto dei geni­tori. Dopo la loro morte ella ha avuto, come grande obiettivo, quello di far conoscere al mondo lo zelo e la sapienza con la quale i suoi genitori avevano educato alla vita e alla fede lei e i tre fratelli.

Enrichetta si mostrava come una donna piena di Dio: un fiore sbocciato tra le rocce per la sua nascita problematica e per la sua attività spirituale va­sta e silenziosa. Ricordo il bre­ve, ma intensissimo e ispirato intervento di Enrichetta, che ci lasciò un altissimo messaggio di amore coniugale, che aveva ca­ratterizzato la vita e l’impegno dei suoi genitori: “vivere filo per filo intrecciati in Dio, l’uno con l’altra, senza soluzione di conti­nuità, fino all’eternità”. Messag­gio, questo, attualissimo per la famiglia. Ai giovani che si pre­parano alle nozze noi non pos­siamo presentare il matrimonio che come Cristo e Dio Creatore. 

“Tanto più si punta in alto – diceva Enrichetta – tanto più si previene la divisione e tanto più si ha la pos­sibilità di recuperare le situazioni più critiche”.

L’Opus Misericordiae va pre­sentata nella sua globalità. È mise­ricordia anche il prevenire il pecca­to, anche il dono dell’Immacolata Concezione è segno di Misericordia da parte di Dio. Anche spiegare ai giovani il significato della castità prima di arrivare al matrimonio: questa è misericordia prima. Pastorale della famiglia è comunicare Cristo vivo, Risorto, che dona il senso profondo dell’amore che si apre alla vita. Questo è il nostro tesoro e dobbiamo farlo sentire in modo vitale, decisivo. Questa è la vera pastorale della vita. Presentare il mistero dell’amore in tutta la sua verità e pienezza. Anche nelle situazioni familiari ferite: dobbiamo loro dire di guar­dare a Cristo, di non perdere di vista la vetta della santa montagna. I conviventi vanno aiu­tati a recuperare la loro situazione, passando dall’amore terreno a quello divino, cercando nuova armonia tra eros e agape. Non possia­mo fermarci a mettere un coperchio a situa­zioni che vivono l’amore in modo parziale. La misericordia è verità vissuta, non si può divi­dere in Cristo la presenza della verità e quella dell’amore. Come brillavano gli occhi profondi di Enrichetta in quel giorno, e il suo volto sta­tuario annuiva dal profondo dell’anima: “vive- refilo perfilo, intrecciati in Dio per l’eternit