Le “cicatrici gloriose” di una vita trascorsa ad amare

Negli Negli ultimi mesi abbiamo sperimentato la paura di poter essere colpiti da un nemico invisibile che non ti uccide immediatamente, come un proiettile in guerra, ma può farlo in maniera peggiore, lasciandoti per ore e giorni in agonia su un letto d’ospedale, senza nessuno vicino … negli ultimi istanti. Questo nemico di tutti – che ha dichiarato guerra all’intero pianeta – chiamato Covid-19, ci ha fatto vivere con l’angoscia di essere strappati gli uni agli altri. Durante i mesi di marzo ed aprile di quest’anno imprevedibile mi è capitato più volte di pensare all’eroica testimonianza di una donna semplice e forte che ha vissuto pure lei, con i suoi cari, i drammi della vita e della storia: la Serva di Dio Enrichetta Beltrame Quattrocchi, che ho personalmente conosciuto. Con la sua santa famiglia, ha attraversato gli scenari più diversi del dramma umano chinandosi sulle ferite dell’umanità: quelle dei poveri, dei soli, degl’abbandonati, degli sconfitti, dei sofferenti, dei perseguitati, dei feriti in battaglia, degl’innocenti ingiustamente schiacciati, dei violati nella dignità, dei disorientati, dei disperati, degli irretiti dal peccato e dalla colpa mettendo a disposizione tempo, energie, aiuto e fede, talvolta a rischio della propria stessa vita – nell’aiutare politici, militari, ebrei, scampati, emarginati – per sottrarre al male e al dolore l’umanità inerme, indifesa, sconfitta, abbandonata alla deriva di un futuro incerto. Anche in questo tempo di pandemia non sono mancati tanti “eroi” silenziosi e occupati solo nell’aiutare il prossimo, vincendo ogni esitazione e difficoltà. Eroi che non hanno fatto nessun calcolo e non hanno atteso nessun merito. Di questi “eroi”, in tempi assai lontani, ha fatto parte con i suoi cari genitori e fratelli la Serva di Dio Enrichetta. Lei resta un grande esempio che deve spronarci ad essere sensibili e solleciti sempre e con tutti. Ecco, allora, in questi tempi di “emergenza” – come tanti nella storia – di fronte al male, alla sofferenza e alla paura … la Serva di Dio Enrichetta c’insegna il “coraggio della carità” che ha caratterizzato l’intera vita di questa donna “laica”. Per questo si può dire che ella ha raggiunto il Padre Celeste portando le “cicatrici gloriose” di una vita terrena trascorsa nell’amare i fratelli.

Paolino Napolitano