il mestolino n7

I Valori cristiani, lungi dall’essere una carta di concetti astratti da applicare alla vita, fanno parte dell’esperienza dell’uomo nel suo rapporto con le persone, le cose e le cir­costanze. Essi si trasferiscono con l’esempio. Non si educa ai Valori solo parlando di Valori, ma facendone fare espe­rienza. La parola si accompagna all’azione e interviene per chiarire, spiegare, stimolare e soprattutto incoraggiare. Nella sua instancabile opera di direzione spirituale dei figli, di cui possediamo l’epistolario come preziosa testi­monianza, la Beata Maria Beltrame ha incessantemente agitato il “pungolo” della perfezione evangelica, pur nel rispetto delle scelte e delle vocazioni proprie di ciascu­no dei suoi figli. “La vita di ogni cristiano che non voglia andare in giù” – scrive Maria al figlio sacerdote Filippo – “dev’essere un continuo progresso”.

Tutti e quattro i figli della coppia beata si sono impre­gnati della loro santità non con lunghi discorsi ma grazie alla coerenza tra ciò che affermavano e ciò che operava­no i genitori. Quando Enrichetta, ancora all’età di 98 anni, girava l’Italia per testimoniare la vita, la spiritualità e gli insegnamenti dei suoi santi genitori, si soffermava soprattutto a raccontare episodi di vita quotidiana di casa Beltrame, questo perché le azioni lasciano un’impronta reale, l’esempio riesce a permeare l’individuo e a lascia­re dei semi. Lo stesso suo spendersi fino alla fine per le famiglie e i suoi faticosi viaggi furono azioni conseguenti ad una presa di coscienza della propria vocazione pronta­mente corrisposta, grazie ad un ascolto attento, affettuo­so, creativo, a una coscienza vigile, in cui risuonava l’eco di due genitori instancabili nella loro funzione educativa. Luigi e Maria amavano ripetere che “l’opera educativa” non si esaurisce con l’uscita di casa dei figli ma prosegue fin quando i genitori non chiudono gli occhi sulla terra e poi dal cielo. Al contempo è necessario che i genitori ab­biano la sapienza di orientare i propri figli “ad una visione sublime di vita d’amore, vissuta nel nome e col modello di Gesù e Maria affinché in tutte le loro relazioni si sentano legati “da vincoli sovrumani di carità e di responsabilità spirituale”. Questa autentica visione educativa nasce dal desiderare costantemente quelle grandi e divine realtà che il Vangelo ci insegna: solo così il pungolo della perfe­zione evangelica sarà strumento di gioia piena.

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