Traversare il mare con la meraviglia e la gioia di chi sa condividere.
Un bell’insegnamento della Serva di Dio Enrichetta

Ho sempre avuto una grande passione per le barche a vela. È stata una gioia grande quando ho comprato anni fa il Beneteau Sund Odyssey, una barca a vela da diporto. Ho dedicato parecchi anni a seguire vari corsi per perfezionare la tecnica di guida. Poi per ben quattro anni ho partecipato al campionato nazionale di vela (regate) nel golfo di Napoli. So benissimo che non era per me un semplice acquisto bensì un investimento. È stato un impegno economico e di tempo molto grande, ma quando c’è una passione che ti anima, allora non può esserci un euro speso meglio: cioè ripagato! Appena posso esco in barca con la mia famiglia e con gli amici. In quella barca a vela c’è il nostro vissuto, un pezzo di storia e di vita. Abbiamo fatto parecchie vacanze sia in barca a vela che a motore, con amici e ospiti. Il bello consiste nel vivere intensamente questi momenti: il semplice uscire dalla cabina, affacciarsi e essere al mare. Ogni volta è un buongiorno! È meraviglioso! La soddisfazione di cedere il timone a mia moglie, a mio figlio, a qualche amico con noi e vederli in estasi? Non ha prezzo! Il silenzio, il rispetto, il dialogo, la collaborazione e il “fare gruppo” sono le parole chiavi di ogni viaggio perché le traversate in mare aperto si possono fare solo quando si mettono insieme più cuori. La barca a vela ti aiuta a prenderti cura della persona che ti sta accanto. Ti fa stare bene, è un invito costante ad essere gentile e ad amare, “chiedere scusa, permesso e grazie”. Comunicare e condividere le difficoltà, le paure e le fragilità ti fa sentire più leggero e sospirare: come anche ascoltare le parole di chi mi è vicino e sentirle anche mie; ascoltare il silenzio fuori e il silenzio che mi parla dentro. È stupendo! Quando ci si mette in viaggio la cosa più importante è il desiderio che portiamo con noi; la voglia di vedere e fare cose nuove, di disporsi a lasciarsi cambiare dalla “Bellezza”. Si scopre inoltre quanto alcune cose che portiamo con noi e dentro di noi sono indispensabili e altre superflue. E così aspettando che il vento sia favorevole ha inizio l’avventura che ci lascia senza parole, persi nell’immensità! Né abbiamo perso l’occasione di passare un momento di sera a contemplare le stelle, insieme. Abbiamo imparato che la barca a vela c’insegna anche la calma, c’insegna a saper aspettare con tanta voglia di scoprire una nuova giornata. Ricordo che in quel periodo ho vissuto anche il dilemma, confrontandomi con le povertà di tanti fratelli e sorelle che non avevano possibilità anche minime, di fare una spesa troppo eccessiva, mi sembrava non giusto, non onesto: mi vergognavo addirittura di aver comprato una barca a vela. Allora manifestai alla Serva di Dio Enrichetta, che in quel periodo soggiornava a casa di mia sorella, questo mia grossa difficoltà, questo mio disagio, e le chiesi cosa dovessi fare. Ricordo la delicatezza e la fermezza delle sue parole: «È bella questa tua sensibilità, ringrazia piuttosto il buon Dio che ti ha concesso questa opportunità di acquistare ciò e ricordati che la povertà sta nel fatto di non godertela solo tu ma di condividere con gli altri quello che Dio ti ha concesso. Fai in modo che anche altri partecipino alla tua gioia, condividendo con loro di quanto hai!». Mi rasserenò tanto quella riflessione. Ero contento! Una risposta esatta che non mortificava, non scoraggiava le possibilità, le risorse, i doni naturali, ma li rivisitava e li ridefiniva alla luce dei veri valori umani e cristiani. Solo una mente così illuminata, inondata dalla Sapienza del Vangelo poteva vedere, cogliere e valorizzare quello che ad altri non riusciva, limitandosi magari a fare solo “tagli e strappi” al fine di sostituire – volendo utilizzare una metafora della vita – un abito con toppe quando invece hai già un vestito nuovo. Grazie Serva di Dio Enrichetta di questa altissima lezione di vita e di “navigazione” verso la Patria del Cielo. E ora, qui seduto sulla prua della barca con il vento che spinge le vele abbraccio la vita, questa vita! È questo ciò che voglio e devo condividere, affinché anche chi non era presente capisca cosa ho visto, sentito, imparato e come sono io! Allora avanti tutta, “tira la randa”, “molla il fiocco”, c’è qualcuno a casa che mi aspetta!

 

Testimonianza di: Luigi Noviello